I contributi SACE-SIMEST per l’internazionalizzazione hanno avuto molto appeal come strumento a sostegno degli investimenti per l’Export delle imprese italiane.
Sono infatti 12.600 le domande presentate per il 2020 (fino alla chiusura temporanea dello sportello) per un controvalore di 3.9 , che, se Mld € che se rapportate alle 870 operazioni del 2019 (per un controvalore di 290 Milioni di Euro) rappresentano un grande successo della misura.
La principale ragione è da ascriversi all’introduzione di un contributo a fondo perduto prima del 40 % poi del 50% sul totale del finanziamento richiesto e nell’ampliamento della platea dei beneficiari (non solo MPMI, ma anche Mid Cap sotto i 1.500 Dipendenti).
Con il Disegno della Legge di Bilancio 2021 l’obiettivo del governo non è solo quella di rifinanziare le misure per il 2021, ma soprattutto di cercare di renderle strutturali attraverso l’utilizzo dei Fondi provenienti dal “Recovery Fund”.
La domanda estera è il fulcro della crescita del PIL italiano, pertanto in manovra 2021 sono stati previsi 1.5 Mld € a sostegno dei Fondi SIMEST. Più nello specifico si parla di Rifinanziamento del Fondo 394-81 con 1.085 milioni di euro e Fondo per la promozione integrata con 465 milioni di euro.
Entrambi i fondi sono stati finanziati anche per le annualità 2021 e 2022, seppur con risorse più esigue: 140 Milioni di Euro per ciascuno dei due anni per il Fondo 394-81 e 60 Milioni di Euro per il fondo per la promozione integrata (riferiti allo stesso biennio).
Viene inoltre garantita dalla Manovra 2021 la possibilità di non prestare garanzie sui finanziamenti richiesti fino al 30 Giugno 2020.
Per far fronte alle numerose difficoltà nell’emanazione di decreti attuativi sulla misura contenuta nel Decreto Crescita per proteggere le imprese italiane dal fenomeno dell’Italian Sounding, il Governo ha provveduto ad un pesante riallocamento delle risorse in capo alle associazioni di categoria (così come previsto sempre dal DL Crescita), le quali potranno accedere ad una contribuzione riservata per la promozione di marchi collettivi e di certificazioni estere.
La misura dovrebbe quindi diventare un forte aiuto e traino per tutto l’export nazionale e per la difesa del Made in Italy, che da uno studio di KPMG viene individuato come il terzo marchio al mondo per notorietà.