Diramato il decreto attuativo in merito al bando per progetti di ricerca e innovazione in ambito economia circolare annunciato dal “Decreto crescita”.
In particolare, il bando finanzierà la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni innovative e sostenibili, al fine di promuovere la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia circolare in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse abbia una maggiore durata e la produzione di rifiuti sia ridotta al minimo.
Il decreto stanzia 150 milioni di euro per la concessione dei finanziamenti agevolati a valere sulle risorse del fondo FRI e 60 milioni di euro per la concessione dei contributi alla spesa a valere sul Fondo sviluppo e coesione e sul Fondo per la crescita sostenibile. Sono previste due riserve, ognuna pari a circa la metà degli stanziamenti, una per i progetti delle PMI e delle reti di imprese nell’intero territorio nazionale ed una destinata esclusivamente ai progetti da realizzare nel Mezzogiorno. E’ possibile inoltre attivare ulteriori co-finanziamenti da parte delle Regioni e Province autonome.
Il decreto è in corso di registrazione e stabilisce i criteri, le condizioni e le procedure per la concessione e l’erogazione delle agevolazioni. Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale verrà pubblicato anche il provvedimento di apertura dei termini per la presentazione delle domande.
Il “decreto crescita“, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 2019, contiene le prime indicazioni di un futuro bando per progetti di ricerca e sviluppo in ambito economia circolare, con uno stanziamento complessivo pari a 140 milioni di euro.
In particolare, l’obiettivo del bando è favorire la transizione delle attività economiche verso un modello di economia circolare, finalizzata alla riconversione produttiva del tessuto industriale.
Potranno beneficiare delle agevolazioni le imprese ed i centri di ricerca che, alla data di presentazione della domanda di agevolazione, soddisferanno le seguenti caratteristiche:
- essere iscritte nel Registro delle imprese
- operare in via prevalente nel settore manifatturiero o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere;
- aver approvato e depositato almeno due bilanci;
- non essere sottoposto a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente
I proponenti potranno presentare progetti anche congiuntamente tra loro o con organismi di ricerca, fino ad un massimo di tre soggetti co-proponenti. In tali casi i progetti congiunti devono essere realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, quali, a titolo esemplificativo, il consorzio e l’accordo di partenariato.
Ai fini dell’ammissibilità alle agevolazioni, i progetti di ricerca e sviluppo dovranno:
- essere realizzati nell’ambito di una o più unità locali ubicate nel territorio nazionale;
- prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a euro 500.000 e non superiori a euro 2 milioni;
- avere una durata non inferiore a dodici mesi e non superiore a trentasei mesi;
- prevedere attività di ricerca e sviluppo, strettamente connesse tra di loro in relazione all’obiettivo previsto dal progetto, finalizzate alla riconversione produttiva delle attività economiche attraverso la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali – Key Enabling Technologies (KETs), relative a:
a) innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti, compreso il riuso dei materiali in un’ottica di economia circolare o a «rifiuto zero» e di compatibilità ambientale (innovazioni eco-compatibili);
b) progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale, attraverso, ad esempio, la definizione di un approccio sistemico alla riduzione, riciclo e riuso degli scarti alimentari, allo sviluppo di sistemi di ciclo integrato delle acque e al riciclo delle materie prime;
c) sistemi, strumenti e metodologie per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua;
d) strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo;
e) sperimentazione di nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l’utilizzo di materiali recuperati.
Le agevolazioni saranno concesse tramite un finanziamento agevolato (per una percentuale nominale delle spese e dei costi ammissibili pari al 50 per cento) e un contributo diretto alla spesa (fino al 20 per cento delle spese e dei costi ammissibili).
Con un prossimo decreto del Ministero dello sviluppo economico (MISE) saranno stabiliti i criteri, le condizioni e le procedure per la concessione e l’erogazione dei finanziamenti.
Per maggiori dettagli si rimanda al testo del decreto attuativo: